Torna alla mappa

Storia di Verona

 

Verona: origine del nome

 

L’origine del nome è incerta: esistono varie teorie e leggende. La teoria più accreditata è quella attribuibile al glottologo tedesco Wilhelm Schulze, descritta nella sua opera “Zur Geschichte Lateinischer Eigennamen”. 

Si suppone che il nome “Verona” derivi dall’unione di tre parole antiche:

 

- “Ve”, parola etrusca usata per indicare le popolazioni venete;

- ”Ro” dal greco “reo”, cioè “scorro”, per indicare il fiume Adige;

- “Na”, radice sillabica etrusca che indica “un centro abitato”.

 

Ne deriva, dunque, Ve-ro-na, ovvero “La città veneta sul fiume”. Secondo la leggenda raccontata da Galvano Fiamma, il capo gallico Brenno - mitico fondatore della città - chiamò il nuovo centro abitato “Vae Roma”, ovvero “Guai a te Roma”, in seguito alla campagna bellica contro lo Stato romano.

 

Fondazione

 

L’area in cui sorge Verona è stata abitata sin dal Neolitico: era una zona strategica e rappresentava il passaggio obbligato affinché le comunicazioni giungessero dalla zona orientale a quella occidentale della Pianura padano-veneta, a nord del fiume Po. Probabilmente il primo nucleo, a partire dal quale si sviluppò la città, era costituito da un villaggio che sorgeva nella zona meridionale di Colle San Pietro, lì dove il fiume Adige era guadabile. 

Durante la Preistoria, questo punto doveva coincidere con il luogo in cui sorse, in età romana, Ponte Pietra. In epoca protostorica, in questa area, gravitavano i Galli Cenomani, i Veneti e i Reti. Gli storici non sono riusciti a stabilire un’origine certa del villaggio preromano e l’hanno sempre attribuita ai Veneti o ai loro predecessori: gli Euganei, i Galli Cenomani, i Rieti e gli Etruschi.



Verona romana

 

Lo sviluppo di Verona come realtà urbana ebbe inizio subito dopo il 49 a.C. quando, con Giulio Cesare, ottenne la cittadinanza romana e tramite Lex Roscia le venne attribuito il rango di municipium. 

Il municipio poté quindi fregiarsi del nome di Res Publica Veronensium. Verona venne fondata sulla sponda destra dell’Adige secondo i criteri urbanistici consueti per le città romane di origine coloniale: era una scacchiera di cardi e decumani. 

In coincidenza con l’incrocio dei due assi stradali principali sorgeva il Foro. Nell’area del Foro romano, che corrisponde all’odierna Piazza delle Erbe, furono costruiti -nell’arco di due secoli- gli edifici pubblici che facevano di ogni municipio dello Stato una piccola Roma: il Campidoglio, la Basilica e la Curia. Il Ponte della Pietra è il monumento romano più antico della città. 

Anche le due porte, quella dei Leoni e quella dei Borsari, fecero parte della cinta muraria repubblicana, innalzata durante la seconda metà del I secolo a.C. 

 

Il Medioevo

 

L’Impero romano d’Occidente cadde nel 476 d.C. e successivamente Verona divenne capitale dei barbari. Verona, anche sotto Odoacre, fu una città di alta importanza militare. L’imperatore d’Oriente e la Chiesa favorirono, però, l’invasione degli Ostrogoti guidati da Teodorico. La spedizione per liberare l’Italia da Odoacre venne decisa nel 488 dall’assemblea dei Goti. 

Vi fu una furibonda battaglia tra i Goti, guidati da Teodorico, e i barbari guidati da Odoacre: vinse Teodorico. Durante la dominazione carolingia anche Verona fu oggetto della “Rinascita Carolingia”. Dal 1200 al 1260 Verona fu soggetta al potere della famiglia degli Ezzelini: risale a questo periodo l’inasprimento del conflitto tra Guelfi e Ghibellini. 

Nel 1259 Ezzelino III venne catturato e morì poco dopo. Alla sua morte Verona fu l’unica città sotto il suo dominio a non finire in mano ai Guelfi: dal 1260 divenne Podestà della città Mastino I della Scala. 

 

Famiglia della Scala

 

Con la dinastia della Scala ha inizio, per Verona, un periodo di grande fermento politico, economico, culturale e architettonico. La famiglia della Scala, probabilmente di origine nordica, si trovava a Verona sin dall’anno Mille: la prima abitazione di questa prestigiosa famiglia fu quella in Piazza delle Erbe, successivamente chiamata Casa dei Mazzanti. 

Il capostipite era Giacomo della Scala, padre di Mastino e Alberto. Nel 1262 Mastino I della Scala fu nominato “Capitano generale e perpetuo del popolo”; a partire da quel momento si avviò quel processo di transizione che trasformò Verona da un Comune in una Signoria. Alberto della Scala prese il potere dopo la morte del fratello Mastino: a lui va l’onore di aver reso legale la trasformazione del Comune in Signoria. 

Piazza dei Signori divenne il salotto di Verona, qui la famiglia della Scala fece costruire alcuni tra i più importanti palazzi della città. 

 

La Serenissima

 

Il 24 giugno 1405 vi fu la dedizione di Verona alla Serenissima: sotto il suo governo la città godette di un lungo periodo di pace che durò fino al 1509, anno in cui venne attaccata dalle potenze della Lega di Cambrai. Conclusasi la guerra della lega di Cambrai, Verona tornò nel 1517 sotto il dominio della Serenissima. 

L’economia rifiorì a partire dal XVI secolo con la costruzione di chiese e di palazzi in stile rinascimentale, di cui uno degli artefici più importanti fu l’architetto Michele Sanmicheli. Risale al XVI secolo la volontà di riassettare Piazza delle Erbe, centro dell’attività commerciale cittadina. 

In questa piazza venne eretta, tra il 1523 e il 1524 la colonna con il Leone Marciano, simbolo della Dominante. Questo periodo di pace finì non per opera di una guerra, ma per una malattia devastante: la peste del 1630, portata in Italia dai soldati tedeschi. Morirono due terzi della popolazione. La crisi economica che ne derivò funse da battuta d’arresto nello sviluppo urbano di Verona.

 

Napoleone

 

Nel 1796 Napoleone fece delle incursioni in Italia; nel 1797 vi tornò. Il secondo giorno di Pasqua del 1797 iniziarono le rivolte popolari contro le truppe francesi: questi moti presero il nome di Pasque Veronesi. La scintilla scoccò, presso il Pozzo dei Mazzanti, tra un soldato francese e uno veneziano. 

Le trattative di pace proseguirono fino al 27 e si conclusero con una sostanziale resa incondizionata della città. Poco dopo venne decretata la fine della Serenissima Repubblica con un atto del Maggior Consiglio che il 12 maggio 1797 sanciva la capitolazione di fronte ai francesi. 

Il 9 luglio 1797 veniva proclamata la Repubblica Cisalpina e il 17 ottobre venne firmato il Trattato di Campoformio: il trattato sanciva la divisione degli Stati della Repubblica Veneta tra Austria e Francia. Verona toccò all’Austria, ma in seguito ad alcuni successivi scontri si giunse al trattato di Lunéville: l’Adige divenne il confine tra la Verona francese e quella austriaca.


Dominazione austriaca

 

La dominazione austriaca iniziò il 14 ottobre 1814. Verona divenne, con la nascita del Regno Lombardo-Veneto, la sede del Comando Generale della forza armata austriaca in Italia. L’impronta del potere austriaco caratterizzò la città principalmente sotto due punti di vista:

  • quella militare: Verona fu il cardine del Quadrilatero, un sistema di difesa basato su quattro città, Verona, Legnago, Mantova e Peschiera (Verona era il perno centrale);
  • quella logistica: Verona divenne il centro di sistemi di comunicazione sia stradali che ferroviari.

Gli ingegneri militari austriaci cominciarono a realizzare un sistema difensivo composto da mura, forti, castelli, caserme e vari edifici, rendendo Verona una città-piazzaforte. Al XIX° secolo risale l’influenza neoclassica in ambito architettonico: massimo interprete di questa corrente, a Verona, fu Giuseppe Barbieri. Suoi sono i progetti del Municipio, del Cimitero Monumentale e della Loggia Arvedi in Via Mazzini. 

 

Verona italiana

 

La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte dei Savoia, in seguito della terza guerra d’indipendenza. È datata 8 marzo 1867 la lapide muraria, presente sulla facciata di Palazzo Fraccaroli, che ricorda che dal balcone del palazzo Giuseppe Garibaldi salutò il popolo veronese pronunciando la frase “O Roma, o la morte”.