Futurismo e Sala Futurista
Il futurismo è una corrente artistica nata nei primi del Novecento dichiaratamente rivoluzionaria e di chiara impronta antiborghese.
Il 20 febbraio del 1909, nelle pagine parigine del Figaro, appare per la prima volta il Manifesto del futurismo da dove emergono i temi attorno ai quali ruota il movimento artistico fondato da Filippo Tommaso Marinetti: dinamismo, velocità, fiducia nel progresso industriale, con l’intenzione di coinvolgere ogni forma d’arte: dal teatro alla pittura, dall’architettura alla poesia e alla musica.
Artisti come Alfredo Ambrosi, Piero Anselmi, Bruno e Tullio Aschieri dimostrano quanto sia stato vivo il movimento artistico a Verona, il cui legame con la città scaligera si intensifica con la presenza di Umberto Boccioni che morirà proprio nei pressi di Verona, presso La Sorte al Chievo, nel 1916.
Tra i più importanti luoghi simbolo del futurismo veronese, c’è sicuramente la sala futurista, presente nel locale l’Olivo 1939. Restaurata meticolosamente, la sala, posta al piano inferiore del locale, è stata aperta al pubblico nell’inverno 2016.
In essa è possibile ammirare il ciclo pittorico realizzato dai pittori futuristi veronesi Albino Siviero Verossì e Amos Ernesto Tomba, con i versi del poeta Giuseppe Barni.
Il ciclo raffigura i momenti salienti della storia d’amore di Romeo e Giulietta e racconta di una Verona affascinante a cavallo del ‘900, quando arte e cultura erano fulcro della vita cittadina.