Giulietta Capuleti
La donna immaginata divenuta reale
Nereo Costantini (1968), Giulietta, statua in bronzo - cortile della Casa di Giulietta, Verona
La casa di Giulietta in via Cappello è uno dei luoghi più amati e visitati d'Italia, grazie alla penna di William Shakespeare che nella tragedia “Romeo and Juliet” del 1597 rese immortale il mito degli sfortunati giovani amanti. Il drammaturgo inglese si ispirò alla novella scritta dal vicentino Luigi da Porto, il quale avrebbe a sua volta tratto spunto da una leggenda veronese, tramandata oralmente, sulle famiglie rivali dei Capelletti ( sarà Shakespeare a cambiare il nome in Capuleti) e dei Montecchi. L'esistenza delle due dinastie nemiche nel medioevo era già documentata da Dante Alighieri nel Purgatorio della Divina Commedia.
Con il passare dei secoli la figura di Giulietta affascinò un numero crescente di persone e Verona iniziò ad essere meta di pellegrinaggio romantico. La città rispose alle aspettative dei visitatori creando una casa di riferimento della giovane Capuleti. Il palazzo trecentesco in stile gotico, che oggigiorno viene visitato da migliaia di persone, appartenne realmente ad una famiglia che si chiamava Cappello, come testimonia lo stemma scolpito nell'arco di entrata del cortile.
La ricostruzione del balcone e, in epoca recente, la collocazione di una statua che gli innamorati toccano in segno di buon augurio hanno rafforzato l'immagine simbolica di Giulietta.
All'indirizzo di via Cappello arrivano in continuazione, da tutto il mondo, le lettere degli innamorati che confidano a Giulietta le loro pene e speranze d'amore, quasi chiedessero consiglio ad una fidata amica in carne ed ossa. Per loro l'eroina letteraria, frutto della fantasia del poeta, è diventata una donna reale.