Eugenia Vitali Lebrecht
L'intellettuale che si batte per l'emancipazione femminile
Antonio Mancini (1893) Ritratto di Eugenia Vitali Lebrecht, olio su tela - Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona
Nata a Ferrara nel 1858 in una famiglia ebraica, Eugenia Vitali si trasferisce a Verona nel 1880 per sposare Guglielmo Lebrecht, facoltoso imprenditore che sosterrà sempre le idee emancipazioniste della moglie.
Attenta alla cultura e alle questioni femminili, si convince che solo un'educazione scolastica moderna, laica e scientifica possa accelerare l'emancipazione materiale e giuridica delle donne. Eugenia è in contatto con ambienti progressisti nazionali e internazionali. Aderisce, sin dalla sua nascita nel 1896, all' Associazione per la donna che ha lo scopo di diffondere lo spirito di solidarietà femminile. Successivamente fonda la sezione veronese della stessa Associazione, portando così nella nostra città le battaglie per i diritti civili, a cominciare dalla richiesta di diritto al voto.
Conferenziera e fine polemista, crede nella funzione educativa del teatro: mette in scena ed interpreta alcune tragedie greche ottenendo gli applausi del poeta Gabriele D'annunzio.
E' tra le prime quattro donne ad entrare (1907) nella Società Letteraria, la più prestigiosa istituzione culturale di Verona.
Conferenziera e saggista, è molto attiva anche sul fronte dei diritti delle donne lavoratrici.
Con l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, Eugenia si mette all'opera per migliorare la situazione delle donne rimaste sole a casa con i figli da mantenere. Crea una cooperative di lavoro femminile, una scuola di calzature familiari e laboratori per operaie cieche.
Alla sua morte, nel 1930 lascia cospicue donazioni alla Società Letteraria e a diversi istituti assistenziali e caritatevoli, oltre ad una preziosa eredità di pensiero e di azione. Una vita vissuta sempre al fianco delle donne.