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Storia delle Case Mazzanti

Con l’espressione “Case Mazzanti” si fa riferimento ad un vasto complesso edilizio trecentesco che caratterizza, in maniera pittoresca, una delle più belle piazze d’Italia: Piazza delle Erbe.

 



Piazza delle Erbe

 

Piazza delle Erbe fu il centro degli affari per tutto il Medioevo e l’Età moderna, fino ad arrivare ad oggi. Il profilo di questa piazza si è evoluto costantemente in base al fermento economico, e in parte politico, che ha caratterizzato la sua storia. 

 

Qui hanno avuto sede varie attività, i banchi di cambio e prestito, i mercati delle biade, delle carni e di ogni altro prodotto artigianale, agricolo e non. Sotto gli Scaligeri la Piazza venne riqualificata: particolarmente importante fu la costruzione, nel 1370, della Torre del Gardello e delle Case Mazzanti

 

Questa piazza sorge ove una volta vi era il Foro Romano, ricordato dal Ritmo dell’Anonimo Pipiniano. 

 

Lì dove ora è possibile osservare le Case Mazzanti, un tempo vi era un edificio romano citato dal Canobbio nel XVI° secolo: “Dall’altra parte dove vi sono le spetierie si sono ritrovate molte antichità di colonne et altro et anche molte se ne veggono nelle cantine in opera”.

 

Storia dell'Edificio

 

Nel periodo della Signoria Scaligera l’area di Piazza delle Erbe - l’antico Foro - vide la sua riqualificazione di centro degli affari grazie al ridisegno della piazza che venne realizzato tramite l’aggiunta di nuove costruzioni (o ricostruzioni) di edifici preesistenti; fra queste, anche la casa scaligera detta dei Mazzanti, la cui costruzione è avvenuta in luogo dell’edificio romano che si trovava sulla medesima area e che era stato probabilmente abbandonato o distrutto dal terremoto del 1117. 

 

Il palazzo romano, già di proprietà degli Scaligeri, risulta essere stato ricostruito da Alberto della Scala, che governò dal 1277 al 1301, così come il pozzo- posto all’inizio del Volto Barbaro, nell’area retrostante l’edificio stesso. 

 

I locali al pianterreno appartenevano a vari privati cittadini, mentre i piani superiori erano di proprietà degli Scaligeri che li adibirono a loro magazzino di granaglie. 


Il mercato di Piazza delle Erbe (Età scaligera)

 

 

In età scaligera il mercato in Piazza delle Erbe aveva una struttura ben articolata. Sul lato nord (dove ora è sito Palazzo Maffei) vi erano le tavole dei cambiatori; su corso Santa Anastasia, bina aurificum, si trovavano le botteghe degli orefici; invece, in Piazza (fra il corso e la Costa) al pianoterra delle case che saranno poi dei Mazzanti, stavano le spezierie e le mercerie. 

Sul retro di tali abitazioni stavano i venditori di panni pignolati; sull’altro lato della Piazza, di contro, stazionavano i mercanti dei panni, traboccati poi nelle Sgarzarie. Le botteghe e i banchi di vendita circondavano tutti i lati delle case, ovvero: parte della bina marcarorum (sulla Piazza), della bina aurificum (corso Sant’Anastasia), della bina pignolatorum (via scala dei Mazzanti) e della bina centonariorum (Vicolo Barbaro). In via Scala Mazzanti vi erano le staciones dei panni pignolati; sulla piazza, invece, si affacciavano quelle dei merciai e degli speziali. 


Da Giovanni Gonzaga a Matteo Mazzanti

 

Nel 1511 le Case Mazzanti vennero regalate dall’Imperatore al suo luogotenente in Verona, Giovanni Gonzaga. Non è mai stato rinvenuto l’atto originale di compravendita fra i Mazzanti e i Gonzaga: di esso vi è una precisa menzione di una sanatoria redatta il 5 maggio 1517 fra i Mazzanti e la Repubblica di Venezia, ritornata nel mentre in possesso di Verona. 

Nel documento si fa riferimento al fatto che nel marzo del 1511 Matteo Mazzanti, a nome suo e dei suoi fratelli, avesse acquistato dall’illustre Giovanni Gonzaga un granaio in parte coperto e in parte non, sopra le spezierie e le botteghe di altre persone. 

Tale granaio era sito in Verona, in contrada Santa Maria Antica, ed era confinante su di un lato con la Domus Nova (Casa del Podestà e residenza dei giudici), su di un altro con corso Santa Anastasia, su di un terzo con la piazza grande del mercato e dall’altro con la via dei Pignolati, lungo un perimetro di 28 pertiche.

 

La famiglia Mazzanti

 

Artefice delle fortune dei Mazzanti fu Ludovico Mazzanti, originario di Ferrara, che abitò in principio in contrada Santo Stefano, poi nella contrada San Sebastiano e già dalla metà del XIV secolo era gestore di più spezierie in Piazza delle Erbe, ovvero quelle all’Insegna del Medico, della Colomba e del Leone. Ludovico ebbe molti figli, ma tra questi si distinse nella capacità di preservare le attività di famiglia Matteo: erediterà l’attività economica del padre e acquisterà e farà decorare la casa. 

Ludovico Mazzanti gestì più spezierie in Piazza delle Erbe ed ebbe una prole numerosa: Giorgio, Matteo, Francesco, Battista, Giacoma e Agostino. Molte delle spezierie cittadine si trovavano al piano terra delle Case Mazzanti: appartenevano alla Famiglia Mazzanti quelle all’insegna dell’Angelo, della Colomba, dell’Asinello e del Leone. 

Il leone divenne anche lo stemma che i Mazzanti utilizzarono per la loro cappella: su quest’ultima è riportato il leone rampante. 


La struttura dell'Edificio

 

Le Case Mazzanti si affacciano su Piazza delle Erbe e su Vicolo Mazzanti. Il fronte è quello che si affaccia su Piazza delle Erbe, ed è molto articolato sul piano architettonico. Osservandolo è possibile notare le due “ali” che lo compongono: una più bassa e una più alta. 

La struttura più bassa (verso la Torre dei Lamberti) si compone di una loggia al piano terra, costituita da 15 archi diseguali e ribassati. Tali archi sono sostenuti da 16 colonne rinascimentali diverse nell’altezza e nei capitelli, sui quali è possibile ammirare gli stemmi di varie famiglie. 

Il secondo piano della loggia è stato pesantemente modificato nell’800 con l’inserimento di poggioli in pietra e aperture non omogenee. La facciata, nel suo complesso, si compone di quattro piani e un mezzanino posto fra il piano terra e il primo. 


Affreschi

 

La peculiarità e il prestigio delle Case Mazzanti derivano dai lussuosi e preziosi affreschi, che ornano il lato che versa su Piazza delle Erbe. L’uso di dipingere le facciate esterne delle case e dei palazzi nobiliari ha un’origine antica e a Verona, durante il Rinascimento, divenne una consuetudine. Sulla scia di tale tendenza artistico-culturale Verona si guadagnò il soprannome di “Urbs Picta”, ovvero città dipinta. 

Ad una iniziale decorazione del palazzo, avvenuta prima che subentrasse la Famiglia Mazzanti, seguì quella più corposa voluta da Matteo Mazzanti. Matteo Mazzanti si rivolse al pittore Alberto Cavalli. Sulle pareti, già affrescate con finte architetture, il pittore mantovano aggiunse le Allegorie dell’Ignoranza, della Prudenza e dell’Invidia; sul corpo d’angolo quelle della Lotta tra Giganti e della Provvidenza a cui si aggiungeva, verso Corso Santa Anastasia, un Laocoonte.  

 

Alberto Cavalli

 

Su Alberto Cavalli non si hanno molte informazioni: era di origini sabbionetane e fu allievo di Giulio Romano: “nel far maestoso e ardito, più che mai altri si avvicinò a quel grande maestro”. È ragionevole chiedersi se l’Alberto Cavalli mantovano che dipinse la facciata delle Case Mazzanti fosse l’Alberto Cavalli di Sabbioneta. Dalla somiglianza nel tratto e nello stile è possibile affermare che si tratti della stessa persona. 

Nel corso del XVI secolo fu attivo a Savona e Mantova. Nel 1584 fu chiamato a Sabbioneta, durante il periodo di Vespasiano Gonzaga Colonna, per decorare la sala degli Antenati del Palazzo ducale. A Sabbioneta, inoltre, il Cavalli è presente nella Sala di Marte e nella Sala di Enea del Palazzo del Giardino.


Le Case Mazzanti dal 1800 a oggi 

 

Le Case Mazzanti hanno ospitato, al piano terra, numerose botteghe fino alla metà del 1900. La storia di queste attività è ripercorribile -in parte- attraverso l’Interprete Veronese, ossia una guida veronese del tempo. 

I civici delle Case Mazzanti erano, nel 1800, il 1056, il 1057, il 1058 e il 1059. Tra il 1828 e il 1844 gli spazi al pianterreno delle Case Mazzanti hanno ospitato: commercianti, battitori di oro e d'argento, orefici, merciai, cambisti e merciandai. 

All’inizio del 1900 lo stabile- ora occupato dal bar ristorante “Casa Mazzanti” - fu acquistato dalla famiglia Ruffo. Per anni questo spazio è stato adibito a conceria di pelli: solo verso il 1950 fu riconvertito in caffetteria.