Palazzo Bentegodi-Ongania
Il toponimo “Leoncino” è un diminutivo che deriva dal nome della vicina Via Leoni. Nel 1708 esisteva anche un’osteria, verso la Bra, all’insegna del “Leoncin d’Oro”.
Palazzo Pindemonte sorge al numero 5 di Via Leoncino e risale alla prima metà del ‘500. Appartenne alla famiglia Pindemonte fino agli inizi del Seicento, poi -nel 1783- fu acquistata dagli Ongania e in seguito dai Bentegodi. Non si conosce il committente della costruzione e della decorazione pittorica.
Il prospetto dell’edificio è rimasto sostanzialmente integro, sebbene nel 1783 sia stato inserito un balcone sopra il portale d’ingresso. Sul parapetto campeggia lo stemma degli Ongania. La costruzione di questo Palazzo risale alla metà del Cinquecento: presenta delle linee armoniche e la facciata è stata interamente affrescata con monocromi di Battista Del Moro, nel decennio tra il 1550 e il 1560.
Nelle quattro campiture principali del piano inferiore sono rappresentate le seguenti scene: “L’incontro di Vetturia e Coriolano”, un “Sacrificio a Giove”, un “Sacrificio a Diana”, nell’ultima rappresentazione ritrae “Salomone e la Regina di Saba”, unica scena con tema biblico.
Al piano nobile, le sei finte nicchie ospitavano ognuna una figura monocroma: da sinistra si leggono le figure allegoriche della Concordia con una melagrana, di Giunone con un pavone, di Mercurio che calpesta il vinto Argo, di Ercole che coglie le mele del giardino delle Esperidi (unici elementi colorati), dell’Industria con un caduceo e, infine, della Pace.