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Loggia


L’ornamento maggiore di Piazza dei Signori è il Palazzo (o Loggia) del Consiglio
, costruito tra il 1476-93 dalla Città per destinarlo al Consiglio dei Cittadini. Questa Loggia fu voluta dal Comune, al tempo “residente” nel Palazzo del Comune per le sedute del Patrio Consiglio: doveva essere una loggia di rappresentanza. 

 

 

Si giunse alla concretizzazione di questo progetto solo nel 1476 quando, falliti vari tentativi di ristrutturazione di vecchi fabbricati, si decise di costruire una bellissima loggia con colonne marmoree, da edificare ove un tempo vi era un vecchio palazzo merlato fatiscente. 

 

La loggia e la sua decorazione mirano ad una glorificazione di “Verona romana” e dimostrano, allo stesso tempo, il rinnovamento nel presente della grandezza del passato. Nella loggia si mescolano il bianco, l’azzurro e il rosso dei marmi delle colonne con l’oro dei capitelli. 

 

Nel piano superiore, diviso in cinque campi da pilastri scolpiti a vasi di fiori, si aprono quattro grandi bifore coronate da un timpano rotondo, nel quale grifi e sirene sorreggono lo stemma della città. 

 

Sul cornicione sono collocate le statue, commissionate ad Alberto da Milano, dei grandi veronesi dell’epoca romana: Catullo, Plinio, Macro, Vitruvio e Cornelio Nepote. Sulla facciata vi è una decorazione aurea che ravviva e abbellisce le linee del palazzo. 

 

Per lungo tempo si è creduto che questo palazzo fosse opera di Fra Giocondo: si voleva riconoscere l’effige in un medaglione posto nel pilastro d’angolo, dove si vede un uomo incappucciato con un libro aperto su cui si legge “C.Plinii Veronesis Epistulae” (delle quali Fra Giocondo fu editore). 

 

Il medaglione rappresenta Plinio il giovane, le cui origini veronesi erano molto discusse. La realizzazione di questa loggia è attribuita ad un gruppo di cittadini “in fabris pratici”, fra i quali pare che primeggiasse Daniele Banda. La loggia è una vera e propria opera d’arte ricca di rilievi scultorei e di decorazioni pittoriche: “uno sfoggio esuberante e superbo degli artisti”, specialmente lombardi che vi hanno lavorato. 

 

Fra questi, alcuni di origine lombarda, ma da qualche tempo trapiantati a Verona- si ricordano Alberto da Milano, Domenico da Lugo, Matteo Panteo (detto Mazola), maestro Modesto e Beltramo da Valsolda. 

 

Un tempo la loggia aveva una facciata interamente dipinta: essa era simbolo del contributo al decoro della città. I lavori di costruzione finirono nel 1493, ma quelli relativi alle decorazioni proseguirono per decenni. La pittura odierna ricorda vagamente quella originale in quanto la decorazione dipinta è stata restaurata più volte.